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Avventure ponzesi…al buio

AVVENTURE PONZESI…AL BUIO


L’avventura a Ponza è sempre in agguato! Compare sempre come sorpresa inaspettata.

Rilassato e sazio dai tanti profumi, sapori e colori che questo luogo ti regala, ogni volta diversi, ma sempre uguali, dopo cena ti incammini per un adeguato riposo nella casetta tipica che ti sei riservato.
Sali sulla tua fidatissima Mini , metti in moto e parte al primo colpo come sempre, accendi le luci e vai.
Beato come un bimbo, curva dopo curva, in compagnia soltanto del buio, delle stelle e, quando appare dopo un tornante, dall’ultima Luna d’estate, guidi calmo calmo verso il rientro. All’improvviso, quasi fosse un gesto automatico, così, tanto per provare, accendo gli abbaglianti. Tanto di fronte a te non arriva anima viva.
Uno squarcio di luce intensa e poi…il buio più nero. Allora riposizioni la levetta sulle luci più basse e come per incanto torna la luce. Non può non scappare un sospiro di sollievo! Ma è soltanto un minuto. L’auto comincia a perdere potenza; le dai gas ma non risponde. Panico. Anche perché sei sulla strada più isolata e più stretta. Ancora pochi metri ed il motore si spegne.
Soltanto le luci funzionano ancora. Non capisci subito, non riesci a darti una spiegazione logica immediata. Spegni i fari. Riprovi ad accendere il quadro strumenti girando la chiave più volte, ma niente! Allora controlli se arriva corrente; riaccendo i fari e questi funzionano. Riprovi e riprovi.
Ma niente, il motorino di avviamento è “muto” ed il quadro strumenti è cieco.
Non ci vuole ormai più di tanto a scoprire che la “completa disabilità” della Mini dipende dal comando di accensione del quadro o dal motorino d’avviamento.
Un bel guaio! Dei ponzesi che stavano ancora cenando nel loro giardino fronte strada a 10 metri da te, hanno visto tutta la scena come era prevedibile.
Un signore gentilissimo, esce di casa e cerca di aiutarmi a spinta per far ripartire la Mini. Ma so che è un gesto disperato ed inutile, perché se non arriva corrente al quadro strumenti, vuol dire che non c’è alimentazione neanche all’accensione.
Delusione e sconforto. Mantengo il massimo del controllo di me, come ho imparato a fare da tanto tempo. Provo a farmi dare il telefono di un taxi ed a chiedere se quel gentile signore conosce un meccanico. Ma a quell’ora…! Passa per caso una “tassista” (a me sempre le donne mi salvano …o mi rovinano…), che gentilmente, pur essendo fuori servizio, si offre di avvisare una sua collega per recuperarmi. Dopo pochi minuti, e dopo aver “appoggiato” vicino ad un guarda rail l’auto, arriva la macchina che mi avrebbe portato a casa.
L’autista è, per fortuna e guarda il caso, un’altra signora, molto gentile. Si offre subito di chiamare un meccanico (solo dopo scoprirò che è “il meccanico”, nel senso che sull’isola c’è solo lui…) di sua conoscenza. Mi lascia il numero perché in quel momento, vista l’ora, come era prevedibile, non risponde ed io, dopo essere arrivato a casa ed aver fatto ricaricare la batteria esaurita del telefonino, lo contatto. Gentilmente mi risponde e mi da appuntamento per la mattina dopo alle 8,30. Prima ci saremmo sentiti per i dettagli. Così avviene. Mi preleva col suo motorino ed arriviamo alla Mini. Vari tentativi di controllo e verifiche. Macché, niente! Non ne vuole sapere. Stregata dall’Isola.
Lui è soltanto un meccanico. Ci vuole un elettrauto. E così dopo un pò di scorazzamenti in motorino, mi porta sul posto l’unico elettrauto dell’isola che è anche “stagionale”, nel senso che c’è soltanto durante la piena stagione. Il resto dell’anno vive a Minturno.
Si inventa un collegamento elettrico provvisorio e riusciamo a portarla nella sua officina. Ma si sa, Ponza è un posto per turisti e specialmente in estate un lavoratore ponzese non fa un solo lavoro. E già. Lui porta i pulmini dei turisti che non vogliono guidare la loro auto, fa servizi stagionali per il Comune, e poi… è anche elettrauto.
Così, dopo un caloroso saluto pieno di fiducia, concordiamo di sentirci domani mattina (ormai domenica…sigh!), per riprendere l’auto e consentirmi di salire sul traghetto che “spero”, una volta sbarcato, mi consenta di arrivare a casa con l’amata, ma capricciosa Mini Cooper. Attendo e poi attendo, guardando gli altri godersi un sole ed un mare meraviglioso. Ospite di un nostro “prossimo” socio del Circolo Pontino della Manovella, molto gentile ed ospitale, partecipo al giro dell’isola con tutte le soste culturali previste dalla manifestazione, captando tanto interesse e stupore dagli ospiti locali.
Pranziamo insieme e poi ceniamo in posti accoglienti uniti come sempre e pronti a condividere con nuovi “amici” che presto saranno la nuova linfa di tesserati del Circolo per il 2020, visto l’affiatamento e la convivialità che hanno veramente apprezzato.
La totalità dei partecipanti, domenica mattina godrà di una meravigliosa gita in barca con tanto di bagno nelle acque più belle dell’isola e pranzo a bordo, ed io, sconsolato, in attesa della mia Mini, apprezzo da terra dei colori che la splendida giornata ha offerto. Nel tardo pomeriggio raduno generale e poi partenza per casa, chi navigando verso Terracina, chi verso Formia.
E’ ormai notte. Sbarcato a Formia, con tutti gli scongiuri del caso, decido di affrontare, da solo, il rientro, passando da Cassino prendendo poi l’autostrada. Scelta che si è rivelata ottima soltanto una volta raggiunta Cassino, perché l’arrivo in prossimità dell’autostrada è stato un vero calvario. Luci dei fari molto scarse, auto che sfrecciavano intorno alla piccola Mini come se non esistesse. Fari che ti abbagliavano arrivando in verso contrario al tuo. Caterifrangenti sui lati della carreggiata e segnaletica stradale orizzontale, praticamente inesistente, mi hanno costretto, tratto per tratto, soltanto ad “immaginare” dove fosse la strada. Ma nonostante tutto questo, soprattutto a causa della compagnia e della disponibilità isolana, è comunque stata una esperienza straordinaria e indimenticabile.

Alla prossima!

Roma 30/09/2019 Giacomo Saverino
“Gianni”